La preparazione del terreno

Il ben noto adagio “È meglio prevenire che curare” si adatta perfettamente al discorso che vogliamo introdurre, ovvero come avere un bel giardino. Per prevenire la comparsa di parassiti e fitofagi, è fondamentale da un lato conoscere bene la natura del vostro terreno, gli insetti e gli animali “ausiliari”, e dall’altro sapere quali sono le piante più adatte. In effetti, piantare dei vegetali in un terreno non adatto equivale a spalancare le porte a moltissimi parassiti e fitofagi, che avranno la meglio sulla pianta indebolita da un “cattivo” terreno.

Conoscere la natura del suolo

Il suolo è la parte aerea che rivela la natura della roccia sulla quale poggia. Le rocce granitiche o vulcaniche sono dette “primitive”; quelle derivate daN’indurimento dei depositi sedimentari marini sono chiamate “sedimentarie”. Possiamo indicare 3 categorie di terreni:

  • suolo formato da rocce vulcaniche o granitiche;
  • suolo formato da rocce sedimentarie;
  • suolo alluvionale.
  • In proporzioni diverse a seconda delle regioni, il terreno risulta dunque composto:

    d’argilla: legante che aggrega gli altri elementi tra di loro;
    di sabbia o di silice: si va dalla sabbia finissima ai ciottoli; consentono la circolazione dell’aria nel terreno;
    di calcare (carbonato di calcio): sostanza bianca che può essere pietrosa o polverosa. Contribuisce a regolare il tasso di acidità nel suolo;
    di humus: deriva dalla decomposizione dei vegetali – foglie, letame, piante ecc.

    La proporzione ideale tra i vari elementi è la seguente e corrisponde a quella della terra detta “franca”:

  • 65% di sabbia;
  • 20% di argilla;
  • 10% di humus;
  • 5% di calcare.
  • Il suolo di fatto brulica di vita e di sostanze varie (vermi del terreno, batteri, anguillule, millepiedi, muffe, sostanze minerali…).

    Riconoscimento visivo e manuale della terra

    Sono a vostra disposizione alcune tecniche molto semplici per determinare la natura del terreno.

    A occhio nudo

    Grazie al colore, riuscirete a capire la natura del terreno:

  • il suolo è di color giallo, gessoso: la terra è calcarea;
  • il suolo è di color rosso: la terra è argillosa;
  • il suolo è di color marrone: la terra è franca;
  • il suolo è nerissimo e spugnoso: la terra è acida.
  • Osservate i vegetali che crescono spontaneamente sui vari tipi di terreno.

    Sui terreni acidi troverete:

  • equiseto;
  • felce;
  • erica;
  • veronica;
  • acetosella;
  • ginestra;
  • ginestrone;
  • pino marittimo;
  • pino silvestre.
  • Sui terreni calcarei troverete:

  • papavero;
  • trifoglio bianco;
  • timo;
  • lavanda selvatica;
  • bosso;
  • cardo;
  • ginepro.
  • Sui terreni argilloso-calcarei troverete:

  • menta;
  • gramigna;
  • colchico;
  • cardo.
  • Sui terreni ricchi e franchi troverete:

  • ortica;
  • trifoglio.
  • In mano

    Prendete in mano un po’ di terra leggermente umida e sbriciolatela:

  • se scivola e si sgretola tra le dita, la terra è sabbiosa;
  • se resta compatta senza rompersi quando cade al suolo, è argillosa;
  • se si agglomera e si rompe cadendo, è una terra franca, ideale per il giardino.
  • Le analisi

    Se tuttavia avete ancora dubbi sulla natura del vostro terreno, potete trovare nei negozi specializzati dei mini kit di analisi del suolo, oppure inviare dei campioni (prelevati in diversi punti) a un laboratorio specializzato, che vi fornirà uno studio dettagliato sulla composizione del vostro terreno. Quando ogni dubbio sarà fugato, non avrete più scuse: non perseverate nel piantare dei vegetali inadatti alla natura del vostro terreno!

    La fertilizzazione

    che diffonde la ruggine bianca).

    Raccomandiamo vivamente l’estirpazione manuale o l’uso di pesticidi “domestici”. Il grosso inconveniente dei diserbanti più potenti è che uccidono non solo le erbe cattive, ma anche quelle buone e, inoltre, la loro azione è duratura; date la preferenza ai diserbanti fogliari, che si applicano solo sulle piante veramente indesiderate. Nei limiti del possibile, è opportuno procedere regolarmente all’applicazione di ammendamenti e concimi (la fertilizzazione), che compensino le eventuali carenze del vostro terreno e l’arricchiscano di sostanze necessarie alla crescita e al corretto sviluppo delle piante.

    Gli ammendamenti

    Si distinguono due tipi di ammendamenti. Gli ammendamenti di origine animale, come il letame di mucca o di cavallo, gli escrementi dei volatili (a causa della loro corrosività, questi ultimi vengono mischiati alla polvere di roccia, del terriccio e delle ceneri). È la decomposizione del letame che provoca la formazione dell’humus e favorisce la circolazione dell’aria. Conviene seppellire il letame circa 10 centimetri sotto la superficie del terreno. Gli ammendamenti di origine vegetale, che sono composti da sostanze varie che hanno subito una lunga decomposizione. un misto di foglie, di terra e di sabbia in proporzioni che variano a seconda delle necessità. una terra acida per le piante acidofile. acida, rendetela neutra con ammendamenti calcarei.

    Realizzate da soli il vostro compostt_

    Se potete procurarvi del letame o volete riciclare efficamente i vostri rifiuti, create da soli il compost.

    In silo preposto allo scopo, alternate in successione uno spesso strato di vegetali (erba tosata, foglie morte, detriti organici domestici) e un sottile strato di terra, e inumidite il tutto quando il tempo diventa troppo secco.

    Fate attenzione a non usare detriti vegetali colpiti da una malattia crittogamica o batterica. Potete eventualmente aggiungere un attivatore al compost.

    La dimensione del silo varierà in funzione delle vostre necessità. Le dimensioni standard sono di 1 m x 1 m.

    Gli elementi nutritivi

    Gli ammendamenti non possono da soli apportare tutti gli elementi nutritivi necessari al terreno. Potete procurarveli già pronti per l’uso sotto forma di preparati. Tre di questi elementi nutritivi, comunemente riassunti sotto la sigla NPK, sono indispensabili al corretto sviluppo delle piante. Tali concimi sono disponibili in commercio in varie concentrazioni a seconda delle necessità.

    L’azoto (N)

    Gli apporti di azoto permettono di accellerare la crescita delle piante. Un suolo secco sabbioso e chiaro è a priori carente di azoto.

    Il fosforo (P)

    Il fosforo regola il nutrimento delle piante e favorisce lo sviluppo di batteri che fissano l’azoto. Un terreno acido dove il fogliame delle piante è color verde pallido manifesta una carenza di fosforo.

    Il potassio (K)

    Il potassio, facilitando la sintesi degli idrati di carbone, attiva le funzioni delle foglie. Una pianta che riceve apporti di potassio resiste meglio alle malattie (la pianta, più ricca di amido e meno di zuccheri, calma gli ardori degli afidi).

    Il drenaggio

    Il drenaggio è un’operazione colturale, alla quale forse dovrete far ricorso, se il suolo non elimina con sufficiente rapidità l’acqua in eccesso. Per saperlo effettuate un piccolo test: scavate un buco nel punto più basso del giardino e controllate il fondo del buco dopo una forte pioggia. Se nel giro di 3 o 4 giorni l’acqua no si è ancora assorbita, potete concludere che il drenaggio del terreno è insufficiente. La conseguenza è che la crescita e la vitalità delle piante risulta indebolita, favorendo la comparsa di malattie e la presenza di insetti. Avete varie soluzioni a vostra disposizione:

    smuovete la terra e arricchitela di compost e letame che seppellirete in autunno;
    procedete caso per caso: se alcuni alberi soffrono a causa di un cattivo drenaggio, scavate una trincea perpendicolare alla corona che riempirete di ghiaia, sabbia e humus;
    installate un sistema di tubi in plastica o in terracotta, collegato a un pozzetto situato nel punto più basso del giardino.

    Il concime verde, o sovescio_

    Il sovescio consiste nel fertilizzare il suolo interrando dei vegetali come l’erba medica, i piselli, il trifoglio, seminati nello stesso luogo. Pratica antichissima recentemente riscoperta, oggi viene denominata anche concime verde.

    La calcinazione_

    La calcinazione è l’operazione che consiste nell’effettuare un ammendamento di calcare sopra un certo terreno. Si tratta di una pratica riservata soprattutto ai terreni acidi. Potete calcinare usando il carbonato di calcio, per irrorazione, con la calce viva – ossido di calcio (attenzione, perché brucia i vegetali) -, o la calce spenta – idrossido di calcio. Va praticata una volta all’anno. La mancanza totale di calcio può rendere vulnerabili le piante ad alcune malattie: ernia del cavolo, moniliosi degli alberi da frutta.