Colpiscono principalmente gli alberi ornamentali, ma anche i rosai, le peonie ecc. All’inizio i funghi attaccano le radici della pianta, senza che la parte aerea presenti nessun sintomo visibile.

È solo dopo che hanno parassitato tutta la parte sotterranea dell’albero che si nota un fogliame meno rigoglioso, rametti secchi all’estremità dei rami, l’ingiallimento delle foglie, che a volte cadono all’improvviso.

Se si solleva leggermente la corteccia, si vede il micelio bianco del fungo, disposto a palmette, e dei cordoncini neri (rizomorfi) responsabili della contaminazione.

L’albero puzza di fungo. Se quest’ultimo fruttifica – il che non avviene sempre -, troverete dei grossi funghi a cappello situati alla base del tronco.

Gli strumenti di lotta

Generalmente, una volta stabilita la diagnosi, è ormai troppo tardi per salvare l’albero. Le cure sono piuttosto radicali: bisogna infatti abbattere l’albero, estirpare il ceppo e procedere all’estrazione delle radici malate.

Per evitare la rapida diffusione del fungo, bisogna scavare intorno all’albero una trincea profonda 50-80 cm, che isolerà il fungo dagli altri alberi.

Mentre scavate, gettate la terra all’interno del cerchio così creato.