I fungicidi

La prima generazione: i fungicidi minerali

Le virtù dello zolfo e del rame sono da tempo note e sfruttate, ma solo nel XIX secolo la ricerca ha creato dei nuovi prodotti tuttora usati. Citiamo l’esempio della poltiglia bordolese, inventata nel 1885 e usata inizialmente per curare la vite. È ancora oggi uno strumento prezioso per ogni giardiniere ed è composta da un misto di calce viva e solfato di rame. Pochi anni dopo, è stato scoperto un altro prodotto dalle proprietà fungicide sostituendo la calce con il carbonato di soda: la poltiglia borgognona. Anche gli attuali ricercatori scientifici si sono dedicati allo studio dello zolfo, utilizzato tuttora per combattere l’oidio.

Esistono 3 tipi di preparati:

  • lo zolfo viene triturato (il minerale è semplicemente frantumato e ridotto in polvere);
  • sublimato (ottenuto tramite la condensazione del vapore);
  • umettabile (mischiabile all’acqua grazie a prodotti tensioattivi).
  • La seconda generazione: i fungicidi di sintesi

    Apparsi dopo la seconda guerra mondiale, hanno il vantaggio di non essere fitotossici; alcuni accelerano la crescita degli alberi o delle piante trattate, ma altri favoriscono la comparsa di certi parassiti, come ad esempio gli acari. Esiste una grande varietà di fungicidi di sintesi, a volte associati a fungicidi minerali (ad esempio si può mischiare il rame con lo zineb).